Progetto Tusculum
Dal 1994 sul sito di Tusculum è attivo un progetto di ricerca archeologica a cura della Escuela Española de Historia y Arqueología en Roma- CSIC, che ad oggi è il più longevo progetto di ricerca archeologico condotto da un ente straniero nel Lazio.
La fruttuosa collaborazione tra la Comunità Montana dei Castelli Romani e Prenestini e la EEHAR-CSIC è stata formalmente rinnovata nel 2019, in occasione dei 25 anni del progetto e della riapertura del Parco al termine di importanti lavori di riqualificazione.
L’incontro fra le due istituzioni è in realtà frutto di eventi che con l’archeologia hanno poca a che fare. La Scuola Spagnola si apprestava infatti ad avviare un programma di ricerche sull’arco quadrifronte del Foro Boario a Roma, ma l’attentato mafioso del luglio 1993 nella zona di San Giorgio al Velabro costrinse ad abbandonare il progetto. Grazie all’intervento dell’allora Soprintendente per i beni archeologici del Lazio Anna Maria Reggiani, l’attenzione dell’ente spagnolo si spostò sul sito di Tusculum, che la Comunità Montana aveva acquistato circa dieci anni prima per farne il fulcro di un ambizioso progetto di valorizzazione territoriale.
Quando nel 1994 fu avviato il progetto di ricerca archeologica Tusculum, gli studi sull’antica città latina erano fermi al XIX secolo, al periodo degli scavi del Biondi prima e del Canina poi. Con l’esclusione di alcuni studi di Maurizio Borda negli anni’40 e ’50 e di quelli topografici di Lorenzo Quilici e Stefania Quilici Gigli degli anni Novanta del secolo scorso, scarsi erano stati i lavori di ricerca e men che mai scavi archeologici. Molti erano quindi gli interrogativi che ponevano tanto la storia dell’antico municipio, quanto gli importanti resti dei suoi monumenti ancora visibili.
Il naturale punto di partenza di questa stagione di ricerche fu ovviamente il teatro, indagato fin dagli anni 1994-1995 per comprenderne e documentarne sia la struttura architettonica che la relazione urbanistica con la prospiciente piazza.
A partire dal 1996, il progetto amplia i suoi obiettivi e assume un carattere sperimentale. Sono questi gli anni in cui l’indimenticato Xavier Duprè coordina il lavoro dei ricercatori della Escuela e di altre quattro equipe provenienti da altrettante istituzioni spagnole. Ogni gruppo si occupa di un settore del sito con l’obiettivo comune di comprendere l’insieme degli edifici che oltre al teatro, caratterizzavano il foro tuscolano.
In questa fase che viene studiata e scavata la fontana arcaica, riportate alla luce l’area dei tempietti al limite orientale del foro e le strutture medievali della chiesa di Sant’Agata nella zona extra urbana.
Dal 2002 al 2009 l’attenzione dei ricercatori si concentra su tutto il fronte meridionale dell’area, già in parte oggetto di studi negli anni precedenti. Si indagano il Tempio di Mercurio e la strada basolata che scende verso la Valle Latina con gli edifici adiacenti, oggetto di restauro in questi ultimi anni. Si scava più a valle il ninfeo individuato da Borda negli anni Cinquanta e le strutture alla base della basilica e del cosiddetto Tempio-Curia.
Nel 2008-2009 vengono restaurati i mosaici pavimentali degli edifici nell’angolo nord orientale, al lato del teatro, riportati in luce già nel 2000-01.
Gli scavi degli anni 2000 sono quelli che più di tutti impattano sull’aspetto del sito, aumentando notevolmente la superficie delle strutture archeologiche visibili e ponendo le basi per l’apertura nel 2010 di un percorso di visita strutturato, che muta radicalmente le modalità di fruizione dell’area.
Al 2008-2009 risalgono anche i primi studi sull’acropoli che diventeranno il fulcro di una nuova e diversa stagione di ricerche che prenderà il via nel 2012 con il progetto “Tusculum in epoca medievale: territorio, paesaggio, economia e società”. Gli scavi sulla Rocca di questi anni riportano in luce i resti del palazzo dei Conti di Tuscolo e la Chiesa della SS. Trinita. Vengono poi avviati studi di storia economica e sociale con lo scopo di ricostruire la vita quotidiana degli abitanti di Tusculum in epoca romana e medievale mentre quelli paleoambientali, l’interazione esistente fra comunità locali e ambiente circostante.
Le ricerche della Escuela iniziano così a distinguersi per un approccio interdisciplinare innovativo e per una metodologia non invasiva, grazie all’utilizzo di nuove tecnologie (aerofotogrammetria e prospezioni geofisiche) in collaborazione con enti ed università sia italiane che spagnole.
Ed è proprio questo nuovo modo di studiare il sito che porta nel 2015 ad un’importante scoperta archeologica: l’esistenza di un edificio monumentale nel pianoro prospiciente l’area monumentale.
Gli scavi condotti nelle campagne dal 2015 al 2018 hanno riportato in luce parte di un complesso termale di epoca adrianea costruito su un precedente edificio domestico e sul quale, durante il Medioevo, fu costruita una basilica con annessa necropoli.
In attesa che si possa definitivamente scavare e studiare il complesso monumentale, dal 2019 la Escuela è tornata a scavare nel foro e precisamente l’edificio della basilica, con l’obiettivo di comprenderne le varie fasi costruttive e d’uso, ad oggi ancora poco chiare. Sulla basilica e sull’adiacente edificio, il cosiddetto tempio-curia, si continuerà a lavorare anche nei prossimi anni. Come proseguiranno anche gli studi sul tempio del santuario extraurbano, recentemente ripresi.
Dopo oltre venti anni di studi, scavi e ricerche da parte della Escuela Española de Historia y Arqueología en Roma-CSIC si può certamente affermare che la storia della città, le sue fasi e il suo sviluppo urbanistico sono molto più chiari e che il sito è tornato ad essere al centro del dibattito scientifico.
Numerose infatti, le università e i centri di ricerca italiani e spagnoli che in questi anni hanno collaborato alle ricerche della EEHAR, rendendo di fatto Tusculum un luogo di confronto interdisciplinare fra studiosi di varia provenienza e formazione. Molti anche gli studenti coinvolti nelle diverse attività progettuali ma soprattutto nelle campagne di scavo, anche grazie alle borse di studio annualmente erogate dalla Comunità Montana.
La sinergia e la condivisione di risorse ed obiettivi che da sempre caratterizza la collaborazione tra l’ente spagnolo e la Comunità Montana porterà nei prossimi mesi anche alla realizzazione della ricostruzione tridimensionale della piazza del foro e degli edifici prospicienti, con l’obiettivo di rendere maggiormente comprensibile ad un pubblico il più possibile vasto, la complessità archeologica e l’unicità di questo sito archeologico.
Per saperne di più visita il sito web del progetto